Mercoledì, 22 Maggio 2024 15:53

Film submicrometrici di perovskite per rivelatori di raggi X auto-alimentati ad altissima stabilità operativa - Nuova pubblicazione

In questo articolo, pubblicato su Nano-Micro Letters, viene mostrato come i rivelatori di raggi X autoalimentati, basati su film sottili (255 nm) di FAPbBr3 depositati su TiO2 mesoporoso, siano in grado di generare segnale senza perdite durante ben 26 giorni di irraggiamento. È stata ottenuta una sensibilità di 7.28 C Gy−1 cm−3 che rappresenta un valore record per i fotoconduttori e fotodiodi per raggi X di energia superiore a 2 keV. Infine, è stata dimostrata per la prima volta la possibilità di usare film sottili di perovskite come dosimetri per radioterapia nella cura dei tumori.

Le perovskiti di alogenuri metallici hanno introdotto una vera e propria rivoluzione nel mondo dei rivelatori di raggi X grazie allo sviluppo di dispositivi sensibili, veloci e a basso costo.
E' stata inoltre recentemente dimostrata la possibilità di realizzare rivelatori autoalimentati, portatili e a basso consumo, sia a film sottile che a cristallo. Tuttavia, la loro stabilità operativa si è rivelata finora insufficiente, spesso accompagnata da un drastico peggioramento delle prestazioni dopo poche ore di irraggiamento.
In questo studio, svolto nell'ambito del progetto “PARIDE” (Perovskite Advanced Radiotherapy & Imaging Detectors), POR-FESR Lazio 2014-2020, il team del DiaTHEMA Lab di CNR-ISM, in collaborazione con CHOSE (Università di Roma Tor Vergata) e l'Università Niccolò Cusano, si dimostra che i rivelatori di raggi X basati su film sottili (255 nm) di FAPbBr3 depositati su TiO2 mesoporoso hanno un'eccezionale stabilità operativa e sono in grado di lavorare ininterrottamente per 26 giorni senza perdita di segnale.
Nessun danno strutturale si è verificato dopo un irraggiamento ad una dose complessiva di circa 200 Gy, dimostrando un'ottima resistenza al danno da radiazione nonostante la struttura a film sottile.
Una sensibilità di 7.28 C Gy−1 cm−3 a 0 V, record nel campo dei fotoconduttori e fotodiodi per raggi X di energia superiore a 2 keV, è stata ottenuta grazie alla presenza di un alto guadagno di corrente, possibile grazie alla fotoconduzione assistita da trappole.
Infine, il prototipo realizzato è stato testato come dosimetro presso l'acceleratore lineare del reparto di Radioterapia Oncologica del San Giovanni di Roma, mostrando risultati eccellenti anche con raggi X di alta energia (fino a 6 MeV).

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